La seconda tappa del nostro viaggio attraverso le mappe ci porta ad analizzare le mappe concettuali. Anche queste sono strumenti utili per coadiuvare e sostenere il percorso di apprendimento linguistico dei nostri studenti, e hanno la capacità di sistematizzare concetti apparentemente destrutturati. Come “sistemi di rappresentazione mentale della conoscenza” (Bargero 1994), esse devono il loro nome al Prof. J. Novak e al suo team dell’università Cornell che negli anni ‘70 ne tracciarono le caratteristiche essenziali.
Cos’è una mappa concettuale?
Secondo la definizione di Novak, le mappe concettuali «… sono strumenti per l’organizzazione delle informazioni in modo da favorire ad un livello profondo l’integrazione della conoscenza. Gli studenti che le usano acquisiscono un apprendimento significativo, interconnesso e, in aggiunta, “imparano come imparare” più efficacemente…» (Novak, Gowin, 1997).
La struttura delle mappe concettuali, diversamente da quanto visto per le mappe mentali, è sviluppata in verticale, dall’alto verso il basso e ogni concetto viene inserito in una sagoma geometrica connessa alle altre sagome geometriche da frecce o nodi. La logica di relazione è quella connessionista e la struttura è reticolare; a volte, quando è troppo articolata, potrebbe non risultare chiaro il punto di partenza.

Questo tipo di rappresentazione visuale della conoscenza serve agli studenti per familiarizzare con i concetti e propone uno strumento per decostruire e ricostruire quanto stanno apprendendo.
Come usare le mappe concettuali durante la lezione di italiano a stranieri?
Uso sempre le mappe concettuali nella mia classe di italiano L2/LS perchè le trovo essenziali per sistematizzare il percorso di studio. Molto spesso, specialmente durante i corsi intensivi, gli studenti hanno bisogno visualizzare le coordinate di ciò che stanno apprendendo e, proprio come una bussola, le mappe concettuali rappresentano gli strumenti più immediati e rispondenti ai loro bisogni: provate a costruire insieme agli studenti una mappa mentale con tutti i tempi dell’indicativo, affiancandola ad una linea del tempo. Il reimpiego di quanto praticato in precedenza sarà più sicuro e via via più preciso.
Oltre che per stimolare la riflessione metacognitiva, sono davvero efficaci per valutare le competenze acquisite e verificare i progressi nell’apprendimento. Proporre una mappa da completare, o chiedere di costruirne una, è sempre un esercizio di verifica che non impegna troppo, ma che dà una visione immediata di quanto ancora vada approfondito, in particolare con alcuni gruppi di studenti che prediligono lo studio categorizzato e organizzato. Sono disponibili diversi software online, tutti piuttosto intuitivi da usare, tra cui https://cmap.ihmc.us/cmaptools/ o https://gitmind.com/
Non vi resta che provarle!
A cura di Simona Consolazione